Lazio – Emergenza cinghiali: con la nuova legge regionale, caccia agli ungulati anche nei parchi e nelle riserve naturali. Insorgono gli animalisti

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L’emergenza cinghiali, nel Lazio, registra un nuovo capitolo con l’entrata in vigore della Legge Regionale n° 14 dell’11 agosto scorso, articolo 72; ma insorgono gli animalisti.

In pratica, evidenzia l’Oipa, “la Regione Lazio apre la caccia al cinghiale in aree finora vietate, cioè nei parchi, nelle riserve e nei monumenti naturali” ed annuncia istanza al presidente del Consiglio Draghi e al ministro della Transizione ecologica Cingolani per chiedere alla Corte Costituzionale se la legge viola le disposizioni in materia di protezione animale.

L’Oipa rivela che la stessa legge “istituisce zone per l’addestramento dei cani da caccia al cinghiale, stabilisce che caccia agli ungulati potrà essere svolta tutto l’anno e che i ‘piani di contenimento’ potranno essere attuati dalle guardie dipendenti dalle Province e dalla Città metropolitana, che potranno avvalersi anche dei proprietari o dei conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani di salvaguardia, delle guardie forestali e comunali muniti di licenza per l’esercizio venatorio”.

Tali “modifiche previste all’articolo 72 del collegato – continua l’Oipa – sono palesemente in contrasto con la normativa nazionale in materia”, secondo cui “non si può cacciare gli ungulati tutto l’anno ma solo in un periodo temporale determinato e deve essere chiesto anche un parere preventivo all’Ispra. Inoltre, bisogna sempre rispettare il silenzio venatorio, anche per permettere ai non cacciatori di poter frequentare boschi e campagne”.

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