Cassino – Don Benedetto: “Ci dispiace, Yirel, che questa città sia stata il luogo della tua morte violenta”

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Cospicua la presenza della comunità dominicana, che ha presenziato indossando una maglietta con il volto della  giovane assassinata nell’appartamento di via Pascoli il 27 maggio scorso.

Yirel Natividad Peña Santana questa mattina ha potuto avere, nella chiesa di Sant’Antonio, un degno funerale dopo mesi di attesa. Per la 34enne dominicana, trucidata a coltellate in un appartamento di via Pascoli a Cassino (il presunto assassino 26enne Sandro Di Carlo è in carcere in attesa di giudizio) il 27 maggio scorso, è stata celebrata una funzione tanto semplice quanto commovente e partecipata. 

Hanno presenziato il sindaco Enzo Salera e diversi amministratori, così come non è mancato l’affetto della comunità dominicana  che risiede in città e alla quale si sono uniti anche numerosi conterranei da fuori. E tanta vicinanza l’hanno dimostrata, e non poteva essere altrimenti, le associazioni che si occupano di donne vittime di violenza.

Già sabato 3 giugno avevano organizzato, insieme con il comune, l’assessorato alle pari opportunità e la comunità dominicana, una manifestazione nel parco Baden Powell dal titolo Cassino dice no alla violenza. Oggi lo hanno ribadito a chiare lettere e con determinazione. “Onore a Yirelis”, ha sottolineato il centro antiviolenza Cassino in un messaggio molto suggestivo:

“Ti hanno ricordata come una madre, una figlia, una sorella generosa affettuosa e solare, sempre pronta a soccorrere dove ce n’era bisogno. Purtroppo, tu sei stata un’altra vittima di una cultura ancora troppo maschilista e violenta, e Cassino non ne è stata da meno. Ci stringiamo al dolore della tua famiglia: con orgoglio tutti hanno indossato la maglia con il tuo splendido volto . Spero sia fatta presto giustizia”.

Nell’omelia, tra un silenzio assordante rotto solo dalle lacrime di emozione, don Benedetto Minchella ha sottolineato la presenza delle autorità e di tante donne impegnate nella prevenzione della violenza di genere, ma ha anche indicato la strada da seguire: “Preservare il bene più grande che è la vita. Un dono sacro”. 

“Yirel è stata accolta a Cassino, che è ormai una società multietnica. Ci dispiace, carissima Yirel, che Cassino sia stata proprio il luogo della tua morte violenta, di una violenza che deve essere estirpata, così come in tante altre città”.

Al termine della funzione religiosa, la cugina della 34enne, vittima di un così efferato omicidio, ha rinnovato un’accorata richiesta di giustizia per Yirel, sempre così “solare e unica, disponibile con tutti”. Ed ha ricordato anche il dolore che accomuna le due famiglie distrutte da questo delitto: quella di Yirel e quella dei Di Carlo. 

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